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Chioggia, “Eppertè”, un’osteria che si rinnova

Chioggia, “Eppertè”, un’osteria che si rinnova

Chioggia, i ragazzi di Impronta protagonisti di una nuova proposta della ristorazione: “Eppertè”

Eppertè era una vecchia osteria in fondamenta san Domenico, meglio conosciuta dai chioggiotti come “riva mare”, ma ora è diventata una nuova proposta nel settore della ristorazione in pieno centro storico a Chioggia di fronte al Mercato Ittico grazie al rifacimento della cooperativa Egolabor, che fa parte delle iniziative promosse dall’associazione di volontariato “Opera Baldo”.

ragazzi di Impronta, cooperativa sociale che offre percorsi educativi per favorire l’autonomia di ragazzi con disabilità, con la loro divisa arancione escono dal piccolo locale che viene paragonato alla stiva di una barca ormeggiata lungo la riva. Qualcuno è stato impegnato nel laboratorio per la produzione di pane, pasta, biscotti, torte, qualche altro nelle pulizie del mattino, nella preparazione dei tavoli, nel servizio a pranzo seguendo le indicazioni delle educatrici, dei cuochi, dei responsabili dei servizi di sala.

Il bancone del bar all’interno di Eppertè è sovrastato da variopinti pezzi di barche, piccole o grandi, ritrovati sulla battigia in spiaggia, alla foce di un fiume, incastrati sui sassi della diga che richiamano al lunghi anni di lavoro svolti in mare dai pescatori, ma anche alle esperte mani dei carpentieri che nei vicini “squeri” (cantieri navali) hanno trasformato quel pezzo di legno in un agile bragozzo o in qualche altro tipo di imbarcazione capace di solcare per decenni il mare Adriatico e la laguna di Venezia.  E il logo del nuovo ristorante è un nodo marinaro aperto.

Sono i ragazzi di Impronta, i padroni di casa – spiega Ida Liseno –  e daranno a questo luogo il carattere di un’offerta per te di nutrimento che proviene dal mare e dalla terra, che mette insieme il meglio di Chioggia, il suo pescato, e il meglio di ciò che riusciamo a sfornare, pane e pasta ed altri prodotti provenienti da realtà di amici come noi che lavorano nel sociale”.

“Eppertè” quel sapore autentico di cose buone

“Eppertè” quel sapore autentico di cose buone

Mare, ristorante e gusto. A Chioggia ha aperto Eppertè un locale che porta la tradizione veneta a tavola insieme alle prelibatezze mediterranee. Un luogo dove si entra come clienti e si esce da amici, perché sviluppare inclusione lavorativa significa gustare insieme la bellezza della vita

Basta guardarlo per capire che Eppertè non è il classico ristorante di pesce che si può trovare a Chioggia. Una volta entrati se ne comprende la ragione. “Abbiamo dato vita ad un locale piccolo ma accogliente e curato fin nei dettagli. Una trattoria che produce piatti ricercati proprio per te!” racconta Luigi Liseno. Ma non sono solo i gusti e i profumi e colpire l’attenzione. Eppertè è un ristorante fatto di nomi personali, prima ancora che di ruoli…

Il ristorante Eppertè

Il locale nasce dopo anni di impegno della cooperativa sociale Impronta alla sagra del pesce. Un’esperienza intensa di lavoro ma anche di relazione. “Anno dopo anno la qualità del nostro servizio è migliorata, ci chiedevano se era il nostro lavoro, se avevamo un ristorante ma noi rispondevamo sempre di no. Fino a quando non si è presentata un’opportunità” ricorda Luigi.

Un’occasione da prendere o lasciare e la cooperativa sociale Impronta, impegnata a creare percorsi di sviluppo per giovani disabili, non ha avuto dubbi: prendere!

E così da gennaio 2022 il locale ha aperto le porte al pubblico. Ci sono Stefano, Andrea, Giacomo e Alessandra, Ambra, Luca, Nicola, Francesco e Isabelle, Francesco, Barbara, Selli, Alice, simone e Maila tutti impegnati in attività differenti. C’è chi ha fatto formazione di cucina con uno chef per preparare i piatti. Chi è diventato esperto di gestione della sala. E chi pensa a mantenere bello, pulito e accogliente il locale. “Crediamo molto nell’accoglienza, quando entri nessuno ti dirà Buongiorno ma Benvenuto” perché Epperte non cerca clienti ma persone con cui condividere la bontà della vita. Per questo presta attenzione a ricercare materie prime di qualità che vengono impastate, cucinate, cotte e servite con professionalità. Qui i profumi della tradizione veneta incontrano gli aromi mediterranei. Pesce e verdure a chilometro zero si sposano con i prodotti caseari lucani perché “abbiamo voluto puntare alla qualità e alla ricerca di materie prime realizzate da cooperative che lavorano per il bene delle persone e della terra”.

11 persone danno vita ad un ristorante e da esso traggono vita per esprimere le proprie potenzialità. 

Il Gruppo Opera Baldo

Eppertè è l’ultima iniziativa sviluppata all’interno di Opera Baldo, un’associazione caritatevole con più di 80 volontari, nata per rispondere ai molteplici bisogni espressi dal territorio. Una realtà che si è strutturata negli anni in risposta agli incontri perché le domande lasciate senza risposta non sono mai piaciute ad Opera Baldo che per ciascuna ha deciso di trovare soluzioni personalizzate. Si sono così nel tempo strutturati e poi evoluti servizi di aiuto pomeridiano, di assistenza scolastica, supporto alla genitorialità, promozione sportiva e culturale. Ma anche manutenzione, pulizia e ricezione turistica.

“Quando incontri le persone e ascolti i loro bisogni viene automatico dire No, noi questo non lo facciamo. Ma quel bisogno resta lì, espresso, in cerca di te. E’ stato grazie alla mamma di Maria Silvia se abbiamo iniziato ad occuparci di disabilità. Di Giacomo se abbiamo avviato l’esperienza gestione bar. Noi non ci occupavamo di disabilità ma l’abbiamo abbracciata e con la cooperativa sociale Impronta sono nati percorsi educativi all’autonomia ed esperienze professionali”.

Caratteristiche della cooperativa sociale L’Impronta

Attraverso il ristorante, la cooperativa ha scelto di permettere ai ragazzi di sperimentare l’autonomia lavorativa che produce stima e dignità e permette di comprendere il proprio valore. “Un circuito virtuoso che provoca gioia. Perché non c’è sensazione più gratificante di vedere che ciò che prepari, cucini, servi è apprezzato”. Tutto ciò è stato reso possibile per la capacità di stare insieme ai giovani con disabilità. “Li respiriamo, conosciamo e ci muoviamo con loro. Insieme sappiamo cosa possono dare e cosa possiamo costruire. Per questo quando i genitori si preoccupano per il tema del dopo di noi rispondiamo:  E di cosa vi preoccupate? I vostri figli stanno con noi”.